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Comunità Residenziale Il Molino

La comunità residenziale si trova presso la Cascina Segrona a Mairano di Noviglio MI.

E’ una struttura terapeutico riabilitativa con 18 posti . Accoglie utenti maschi maggiorenni con problematiche legate all’uso di sostanze psicoattive o alcool. Gli utenti vengono accolti  con terapie farmacologiche o metadoniche, nonchè con limitazione della libertà da parte dell'autorità giudiziaria (affidamenti o messa alla prova)

Si tratta di una bella cascina ristrutturata con annesso un antico mulino. Nel corpo-casa, vi sono le stanze da due o tre posti, distinte da quelle degli educatori, cucina con annessa dispensa, ampia sala pranzo, salone per il tempo libero e TV, infermeria  e ufficio. In una seconda struttura di fronte si trovano altre tre camere con servizi, gli uffici amministrativi della cooperativa, due ampie sale per riunioni, colloqui o formazione, il locale lavanderia.

A lato invece troviamo le strutture per l’area lavoro con allevamenti di bestiame, macello, florovivaistica e giardinaggio, magazzini per manutenzioni varie, e assemblaggi.

Vi è poi un locale per attività di tempo libero con una palestra di arrampicata, una sala pesi e strumenti musicali

Nella comunità vengono svolte tre fasi di percorso: la fase diagnostico-motivazionale, la fase residenziale e la fase di prereinsierimento

 


La Carta dei Servizi è scaricabile nell’area documenti.

 

Fase motivazionale

La fase diagnostica-motivazionale dura circa 3 mesi.

In questo periodo il ragazzo partecipa a tutte le attività interne alla comunità (lavoro, vita comune, gioco..) e inizia ad avere delle semplici responsabilità nella gestione della casa.

In questa fase, qualora sia presente, viene ultimato lo scalaggio dei farmaci sostitutivi (metadone o subutex) e viene data la possibilità di una nuova verifica della terapia psicofarmacologica.

Il paziente partecipa a due gruppi terapeutici settimanali nei quali viene effettuata una valutazione generale dei bisogni, delle motivazioni e delle risorse per definire gli obiettivi del percorso terapeutico. Inoltre ha la possibilità di confrontarsi costantemente con un educatore dello staff educativo.

Al termine della fase motivazionale, una volta effettuato un adeguato inquadramento diagnostico del paziente, viene valutata l’opportunità di effettuare il percorso terapeutico, in accordo con il servizio inviante; nel caso in cui non si ritenga siano compatibili le caratteristiche del paziente e della comunità, attraverso il servizio inviante,  viene ricercata una struttura diversa e più idonea.
 

Al fine di strutturare un progetto terapeutico-educativo individualizzato viene in questa fase proposto un percorso psicodiagnostico consistente in: raccolta anamnestica, colloquio strutturale di Kernberg, Blacky Pictures, Sesamo e test DFU (Figura Umana).

 

Fase residenziale

Ultimato il percorso motivazionale il ragazzo passa alla fase residenziale intensiva. Il momento di passaggio viene formalizzato in una riunione apposita in cui il soggetto si presenta alla comunità intera, e vengono individuati i primi obiettivi di tale fase. Inoltre viene ultimato il percorso psicodiagnostico e valutate le aree bisognose di intervento psicoterapeutico individuale.

 

Nella fase residenziale si intersecano obiettivi e strumenti su più livelli:

  • livello educativo: cura della propria persona, crescita autostima, acquisizione di responsabilità e capacità di tenuta nel medio e lungo periodo, crescita dell’autonomia sociale
  • livello psicologico: rivisitazione della storia personale e familiare, codifica e decodifica dei propri stati emotivi, analisi e ristrutturazione delle strategie comportamentali e relazionali messe in atto, sostegno nell’elaborazione dei vissuti percepiti durante il graduale sviluppo del percorso terapeutico volto alla piena autonomia individuale.
  • livello relazionale; verifica, crescita o rafforzamento nel rapporto con i pari, nuovo rapporto con genitori o familiari, sperimentazione di nuove forme ed attività di gestione del tempo libero in piccoli gruppi. Opportunità di verificare le proprie modalità di rapporti affettivi e della propria sessualità.

 

Fase pre-reinserimento

Nella fase di prereinserimento l’utente inizia ad avere più frequenti contatti con l’esterno della comunità, sia in situazioni protette che in situazioni singole e autonome.

In questa fase vengono mantenuti e rafforzati obiettivi e strumenti della fase precedente ma con una evoluzione pratica che permette all’utente di sperimentare una reale verifica e prova dei cambiamenti effettuati.

Le situazioni in cui l’utente si trova a provarsi sono essenzialmente:

  • lavoro: i ragazzi in piccolo gruppo di due/tre  utenti coadiuvati da un educatore effettuano lavori esterni alla comunità per tre giornate alla settimana (giardinaggio, imbiancatura, traslochi), ciò permette loro di valutare la propria tenuta e costanza lavorativa, ricreando le condizioni del lavoro reale in cui si inseriranno a breve. Negli altri momenti continuano a partecipare alle riunioni terapeutiche e ai momenti di verifica comunitari settimanali.
  • tempo libero: viene proposto un lavoro di rivisitazione del proprio rapporto con la dimensione del piacere e della gestione del tempo libero. Con un educatore vengono effettuate alcune uscite in agenzie per il tempo libero, biblioteche e palestre. A conclusione di questo percorso il ragazzo è stimolato a scegliere attività proprie di tempo libero esterne da effettuare due serate alla settimana. (Progetto Dentrofuori)
  • nel weekend il ragazzo inizia ad effettuare uscite autonome con possibilità di rientri in famiglia. Il programma viene dapprima effettuato con l’educatore di riferimento e con lo stesso viene  poi verificato. In questi momenti viene posto un focus particolare sulle modalità relazionali vissute all’esterno.

 

 

Reinserimento

Concluso il percorso residenziale inizia la fase del reinserimento. In essa si cercano di rafforzare e stabilizzare gli obiettivi raggiunti in comunità e soprattutto di strutturare e acquisire un progetto reale di autonomia.

Il primo passaggio consta nella ricerca di una posizione lavorativa autonoma. Un educatore affianca il ragazzo nella strutturazione di un progetto, indi di un curriculum vitae e della ricerca del lavoro. Dal momento in cui inizia l’attività lavorativa esterna si procede a una puntuale verifica della tenuta, la costanza, nonché la gestione economica in vista dell’imminente distacco dalla comunità. Tale fase dura circa due mesi.  Dopo tale verifica vengono decise le modalità di distacco, ritorno in famiglia o passaggio all’appartamento di reinserimento della comunità stessa.

Nell’appartamento i ragazzi vivono un'esperienza di piccolo gruppo (3 persone) interamente autogestito.

 I momenti di incontro formalizzati sono due: un gruppo a carattere educativo, gestito da un educatore e un gruppo psicoterapeutico ad hoc in continuità metodologica con quello residenziale ma ridisegnato sulle tematiche emergenti in questa fase. La permanenza in comunità alloggio è variabile fra i sei mesi (standard) e l'anno, salvo eccezioni che impongano un ridimensionamento.

In questa fase è possibile inoltre affrontare ( facoltativo) eventuali difficoltà o disturbi della sfera relazionale/sessuale, finalizzati a modificare gli automatismi disfunzionali ed a trovare nuove strategie per proporsi e gestire al meglio la relazione di coppia.