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Tra terra e cielo

by admin on 11 dicembre 2015

Primo convegno regionale di Montagnaterapia per le dipendenze

Venerdì 13 novembre si è svolto a Monza, nella bella cornice del Collegio della Guastalla, il primo convegno regionale in tema di dipendenze patologiche e montagnaterapia. Il convegno è stato il frutto di un lungo lavoro da parte della neonata "Passaggio Chiave" – Rete per le dipendenze montagnaterapia- alla cui nascita e operatività il nostro servizio ha dato un apporto significativo.

Durante l’intera giornata abbiamo potuto ascoltare interventi degli operatori delle dipendenze del nord-Italia che nell'ultimo decennio hanno sperimentato, in modalità diverse, l'utilizzo di questo strumento, sia nei servizi privati sia pubblici. E' stata inoltre un'occasione privilegiata per dar spazio a contaminazioni pedagogiche e per un confronto serrato sulle opportunità, i vincoli e i rischi emergenti dalla rilettura delle esperienze effettuate.

L'evento ha visto la partecipazione di circa 150 persone, interessate a capire le basi teoriche nonché gli sviluppi operativi delle esperienze proposte. E' stato importante perché si è rivolto a persone che non si occupano di montagna ma di servizi alla persona, operatori sociali, educatori, medici, psicologi proprio per chiarire che la montagna è uno strumento da utilizzare a 360° nei nostri servizi ma non ne è il fine, è uno strumento per facilitare la crescita di benessere negli individui afferenti ai nostri servizi.

Hanno presenziato il rettore del collegio della Guastalla, il direttore sociale e di dipartimento dell'Asl di Monza ma anche il presidente del CAI regionale e il presidente nazionale della commissione di alpinismo.

La Rete Passaggio Chiave, per non disperdere questo enorme patrimonio, ha poi svolto una giornata di autoformazione e verifica delle attività con una uscita in montagna e intorno a un tavolone di un bel rifugio ha iniziato a tessere le fila delle attività della prossima annata, sia in termini di attività concrete sul campo, uscite, arrampicate … sia sul piano dell'organizzazione di eventi formativi e di autoformazione. Uno dei temi su cui vorremo impegnarci sarà inoltre quello della valutazione dei risultati e della ricerca in vista anche del prossimo appuntamento nazionale di montagnaterapia che si terrà nell’autunno 2016 in Veneto.

 

La nostra proposta                           

In comunità lo strumento della montagnaterapia è parte integrante del percorso terapeutico. Viene proposta, con cadenza semestrale, la costituzione di un gruppo omogeneo rispetto alle tappe di percorso in Comunità, composto da circa 4-7 ragazzi. La proposta viene fatta ai ragazzi che sono entrati da poco tempo nel la comunità per rafforzare la costruzione di un gruppo di auto-aiuto e il senso di appartenenza allo stesso che accompagnerà il percorso terapeutico.

Inserendosi nella fase iniziale di percorso ha anche lo scopo di implementare la motivazione a proseguire nella costruzione di un proprio progetto di vita. Lavora in modo diretto sulla crescita di autostima e favorisce la mentalizzazione di un futuro alternativo.

Tutto ciò passa attraverso una valutazione della tenuta psico-fisica del soggetto durante le escursioni. Le uscite utilizzano come dispositivi pedagogici, salite, l’arrampicata, le vette al fine di far accrescere la dimensione della conquista (ma anche della rinuncia) nonché dell’attesa e del desiderio, fondamentali tappe di ogni progetto di crescita.

Vengono di volta in volta utilizzati itinerari diversi con diversi obiettivi. Oltre al raggiungimento di una vetta, vi sono le arrampicate e i sentieri attrezzati che stimolano adrenalina e desiderio, ma anche affrontare il senso del vuoto e la paura delle cadute. L’uscita notturna vuole invece favorire la crescita del senso di gruppo, stare insieme, vicini ma anche l'incontro con le paure individuali che il buio nasconde.

Ogni percorso è accompagnato da momenti di gruppo di rilettura dell’esperienza e dalla compilazione personale di un diario che raccoglie i vissuti, le riflessioni e i pensieri scaturiti nel corso dell’uscita.

Vengono inoltre distribuite responsabilità nella gestione di ogni escursione in modo che l’esperienza non sia individuale ma si sviluppi e si componga dell’apporto individuale di ognuno alla costruzione di un progetto di gruppo. L’educatore è il punto di riferimento di questa esperienza e ad esso si affiancano figure di esperti alpinisti e istruttori soprattutto per aiutare ad apprendere le basi e la disciplina nello sviluppo delle tecniche.

 

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